Presupposti nel Risorgimento e l'unità d'Italia

Il Partito Repubblicano Italiano affonda le proprie radici politiche nell'idea del repubblicanesimo (ideale presente da sempre in Italia e ravvivato nel periodo delle cosiddette repubbliche giacobine), con i suoi riferimenti ideali e culturali nel Risorgimento. Per la precisione esso trae origine nel filone democratico, mazziniano, radicale e rivoluzionario, i cui massimi rappresentanti sono stati Giuseppe Mazzini, Carlo Cattaneo, Carlo Pisacane, Aurelio Saffi e per un certo periodo anche Giuseppe Garibaldi. La prima organizzazione politica con l'obiettivo di trasformare l'Italia in una repubblica democratica unitaria secondo i principi di libertà, indipendenza e unità, destituendo gli Stati preunitari, fu la Giovine Italia (o Giovane Italia), l'associazione politica insurrezionale fondata a Marsiglia nel luglio 1831 da Mazzini. La Giovine Italia costituì uno dei momenti fondamentali nell'ambito del Risorgimento italiano ed ebbe anche un respiro europeo, entrando a far parte della più ampia associazione politica mazziniana, la Giovine Europa (1834), assieme ad altre associazioni simili come la Giovine Germania, la Giovine Polonia e la Giovine Svizzera. Nel 1833 a Taganrog, in Russia, anche Garibaldi aderì alle idee mazziniane. Il 5 maggio 1848 la Giovine Italia fu sciolta da Mazzini che la trasformò nell'Associazione Nazionale Italiana. Nel marzo 1853 lo stesso Mazzini fondò il Partito d'Azione. L'annuncio della fondazione del partito fu dato da Mazzini nel marzo del 1853 con la pubblicazione dell'opuscolo Agli italiani, dove si sosteneva che nonostante il fallimento del moto milanese del 6 febbraio dello stesso anno ormai «il fremito d'emancipazione sceso alle moltitudini», pertanto Mazzini esortava i connazionali a impegnarsi in un'azione ripetuta e continua per suscitare quella scintilla che avrebbe provocato l'incendio di tutta la penisola e tramite l'azione delle bande l'insurrezione popolare. Diversamente dalle previsioni del suo fondatore, le prime azioni poste in essere dal movimento democratico ebbero esito fallimentare, quali la spedizione di Sapri (1857) in cui perì Carlo Pisacane e il moto di Genova dello stesso anno. In contrapposizione con i moderati raccolti attorno alla monarchia dei Savoia e Cavour, i repubblicani si opponevano alla guerra regia, ai plebisciti, alle annessioni e alla piemontesizzazione dell'Italia, sostenendo la necessità di una sollevazione del popolo per conseguire l'Unità, il diritto d'assemblea sindacale e il suffragio universale in luogo di quello ristretto e censitario. Un momento significativo del processo di formazione del partito risale alla nascita dell'organo di stampa ufficiale dei repubblicani italiani, ovvero L'Unità Italiana diretto da Maurizio Quadrio (1861) e successivamente con il primo congresso della Federazione dei Movimenti Democratici Italiani, svoltosi a Parma nell'aprile 1866. Il congresso rese evidenti le correnti fondamentali del movimento repubblicano in Italia: la destra parlamentaristica e radicale di Agostino Bertani; la linea di Giuseppe Mazzini, disposto anche a stringere accordi e ad accettare soluzioni in modo da completare l'Unità d'Italia; e gli intransigenti, contrari a qualsiasi compromesso con la dinastia sabauda e sdegnati verso la politica economica e sociale del nuovo Stato unitario. Fu la corrente massimalista e irriducibile a prevalere, eleggendo un triumvirato nelle persone di Maurizio Quadrio, Giuseppe Marcora e Vincenzo Brusco Onnis, determinando l'estraneazione dalla vita politica e l'astensionismo elettorale del movimento repubblicano nei decenni a venire. Mazzini proseguì comunque nell'appoggio al reclutamento dei volontari garibaldini in occasione della terza guerra d'indipendenza (giugno 1866) e della spedizione del 1867, conclusa tragicamente a Mentana. Deluso tuttavia dal fallimento delle sue iniziative, Mazzini sciolse il Partito d'Azione e si adeguò alla linea degli intransigenti. Ciò non ne comportò l'inattività politica in quanto i repubblicani cominciarono a dar vita alle prime organizzazioni del movimento dei lavoratori (associazioni operaie, casse mutue, cooperative e scuole popolari) e nel 1871 a Roma per sua specifica iniziativa fu stretto il patto di fratellanza tra le Società operaie. Nello stesso anno Garibaldi, reduce dalla guerra franco-prussiana in cui aveva vittoriosamente combattuto a Digione in difesa della Francia alla testa di volontari italiani e stranieri, ruppe definitivamente con Mazzini, prendendo posizione favorevole verso la Prima Internazionale dei lavoratori. Peraltro la propaganda degli internazionalisti mise in difficoltà i repubblicani, che riuscirono comunque a mantenere un radicamento a livello locale e popolare, ma limitato alla Romagna, alle Marche, all'Umbria, al litorale toscano, al Lazio e alla Sicilia occidentale, che sarebbero rimaste sempre le roccaforti repubblicane. Alla morte del principale promotore del Risorgimento almeno quattro sono le correnti del repubblicanesimo: i cosiddetti mazziniani puri, ancora nostalgici del metodo insurrezionale e comprendenti gli intransigenti, su una linea di assoluto antiparlamentarismo; il gruppo di Alberto Mario, anch'egli astensionista, ma convinto dell'esistenza di spazi per la lotta politica pur in regime di monarchia; i seguaci di Garibaldi, indulgente alle idee socialiste e internazionaliste, a volte anche pacifiste e comunque caratterizzate da un profondo anticlericalismo; e la corrente radicale di Agostino Bertani, deciso a ottenere per via costituzionale le riforme democratiche e che nel 1877 avrebbe costituito assieme a Felice Cavallotti il gruppo dell'Estrema sinistra nel Parlamento italiano, separandosi dai repubblicani. Figura di spicco in quest'epoca tumultuosa fu Aurelio Saffi, che costituì la guida morale del passaggio dall'astensionismo alla presenza politica nelle istituzioni.